L’emozione è provocata da un evento scatenante e coinvolge l’individuo nella sua globalità, poiché produce effetti a livello cognitivo, biologico e comportamentale. Più che dall’evento in sé e per sé, gli effetti vengono provocati da come esso viene percepito.
Le ricerche in materia hanno dimostrato che molti schemi evento-emozioni sono universali, ma che ne esistono alcuni tipici e propri di alcune collettività, a causa delle esperienze vissute da alcuni popoli ( emozioni etniche).
L’emozione non è un fenomeno puramente irrazionale, ma comporta un’attività razionale e cognitiva. L’individuo che vive un’emozione, infatti, deve individuare le strategie da seguire per riprendere il controllo della situazione, per monitorare gli effetti dell’azione, per gestire lo stress (coping). Su tutti i livelli del processo emotivo si esercita il controllo.
Le emozioni, d’altro canto, influiscono a loro volta sui processi mentali, facendo da supporto all’attività decisione, anche se , talvolta, possono favorire errori, distorsioni, sottrarre obiettività ai giudizi.
Durante il processo emotivo, si verificano cambiamenti nel comportamento. E’ possibile distinguere 3 tipi di risposta:
- reazioni espressive, che sono manifestazioni involontarie, emissione spontanea di segnali non verbali
- tendenze, cioè le spinte interiori del soggetto, che promuovono l’azione
- comportamenti specifici messi in atto per ripristinare il normale equilibrio
LE TEORIE DELLE EMOZIONI
SHAVER PHILLIP R.: Lo psicologo Phillip R.Shaver ha suddiviso le emozioni in 6 categorie, 3 positive (amore, gioia e sorpresa) e tre negative (collera, tristezza e paura) e le ha ordinate su tre dimensioni : qualità (alta/bassa), attività (positiva/negativa), potenza (forte/debole).
Le emozioni vengono espresse tramite risposte: fisiologiche interne, motorie, facciali, verbali, cognitive, topografiche ( vicinanza o lontananza nei confronti dell’oggetto che provoca attrazione o repulsione)
DARWIN: secondo Darwin, le emozioni sono innate, frutto dell’evoluzione ed infatti molte di esse si ritrovano invariate in uomini di diverse culture e società. Le emozioni producono risposte sulla base di 3 principi generali:
- Il principio delle abitudini associate: si basa sull’idea che certi stati d’animo o comportamenti, se danno sollievo o riducono il disagio, tendono a trasformarsi in abitudini e vengono riprodotti ogni volta che si presenta una determinata emozione
- Il principio dell’antitesi: quando sopraggiunge uno stato d’animo contrario al precedente, involontariamente si porranno in essere comportamenti opposti a quelli precedenti
- Il principio degli atti determinati dalla costituzione stessa del sistema nervoso: l’eccitazione del sistema nervoso provocata dall’emozione produce effetti che noi interpretiamo come espressivi dell’emozione stessa. Ad es. il rossore delle guance viene considerato espressione di imbarazzo.
SHAVER PHILLIP R.: Lo psicologo Phillip R.Shaver ha suddiviso le emozioni in 6 categorie, 3 positive (amore, gioia e sorpresa) e tre negative (collera, tristezza e paura) e le ha ordinate su tre dimensioni : qualità (alta/bassa), attività (positiva/negativa), potenza (forte/debole).
Le emozioni vengono espresse tramite risposte: fisiologiche interne, motorie, facciali, verbali, cognitive, topografiche ( vicinanza o lontananza nei confronti dell’oggetto che provoca attrazione o repulsione)
LA TEORIA PERIFERICA DI JAMES-LANGE
I due studiosi William James e Karl Lange hanno elaborato la teoria periferica, secondo la quale la mente non è il luogo di origine delle emozioni, le quali sono, invece, risposte fisiologiche a stimoli ambientali ( provo paura perché sto tremando e non viceversa)
LA TEORIA CENTRALE DI CANNON-BARD
Questa teoria, elaborata in contrapposizione a quella di James-Lange, sostiene che la sede delle emozioni è il talamo che riceve lo stimolo esterno ed invia impulsi, contemporaneamente, al sistema nervoso il quale, a sua volta, attiva le risposte fisiologiche e alla corteccia cerebrale, che produce la consapevolezza delle emozioni
LA TEORIA BIFATTORIALE DI SCHACHTER-SINGER
Questa teoria unisce alcuni elementi delle due teorie precedenti e sostiene che l’emozione sia caratterizzata da una componente fisiologica ed una cognitiva. Siccome emozioni differenti possono provocare la medesima risposta fisiologica, è la mente che interviene per riconoscere, interpretare ed etichettare una determinata emozione.
LA TEORIA DELLA DIFFERENZIAZIONE EMOTIVA DI ALAN SROUFE
Basandosi sulle fasi dell sviluppo cognitivo di Piaget, Alan Sroufe ritiene che l’individuo nasca con un pacchetto di emozioni indifferenziate, le quali, nel corso dei primi mesi di vita si differenziano secondo tre canali principali: il sistema piacere-gioia, il sistema paura-circospezione, il sistema frustrazione-rabbia. Secondo Sroufe la valutazione cognitiva delle emozioni riveste un ruoli fondamentale-
LA TEORIA DIFFERENZIALE DI CARROLL IZARD
Al contrario , lo psicologo Carroll Iazard ritiene che l’individuo nasca con un corredo emotivo costituito da emozioni fondamentali: rabbia, tristezza, gioia, sorpresa, disgusto e disprezzo. Secondo Izard, le emozioni non sono solo una risposta ad uno stimolo, ma hanno una funzione adattiva, cioè sono un’organizzazione innata che ha la funzione di motivare un comportamento. Nella primissima infanzia , le emozioni hanno la funzione di soddisfare i bisogni primari, poiché è attraverso la loro espressione che il bambino entra in contatto e comunica con il care giver. Le emozioni, poi, si evolvono in emozioni sociali
SCAFFOLDING ED EMOZIONI
Nell’interazione tra madre e bambino, quando la madre attribuisce intenzionalità comunicativa alle espressioni del bambini, ne sostiene il processo di autoregolazione e favorisce l’orientamento e la modulazione delle emozioni in base ai diversi contesti e regole sociali
TEORIA DELLA VALUTAZIONE EMOTIVA DI MAGDA ARNOLD
Magda Arnold ha elaborato la teoria della valutazione emotiva, secondo cui le emozioni derivano dalle valutazioni e dalle spiegazioni delle persone relativamente alle situazioni (appraisal).
La valutazione iniziale ( positiva o negativa) di una determinata situazione avvia la sequenza emotiva che suscita le azioni appropriate. L’emozione, dunque, equivale ad una specifica struttura di significato o valutazione cognitiva della situazione.
Robert Zanjonc ritiene che le emozioni sono la primissima risposta che una persona fornisce ad un evento, ancor prima di disporre di informazioni sufficienti per valutarlo razionalmente ( prima l’emozione,poi il pensiero).
Opponendosi nettamente a questa teoria, Robert Lazarus ritiene che perché compaia un’emozione è necessario e sufficiente il pensiero ( prima il pensiero, poi l’emozione)
JOSEPH LE DOUX
Le Doux ritiene che la parte del cervello implicata nell’innescarsi delle emozioni sia l’amigdala, che entra in azione quando un sentimento impulsivo prevale sulla parte razionale. Il talamo riceve lo stimolo sensoriale ed invia il messaggio contemporaneamente all’amigdala e alla neocorteccia. L’impulso che parte dall’amigdala è più veloce, ma impreciso e porta a compiere atti istintivi. la risposta delle neocorteccia è più lenta, ma consente di preparare un piano d’azione più preciso e razionale.
PAUL EKMAN
Divide le emozioni in primarie e secondarie. Le emozioni primarie sono 6: rabbia, paura, tristezza, gioia, sorpresa e disgusto. Le secondarie derivano dalle primarie. Le emozioni hanno origine biologica, sono innate ed universali. Ekman ha elaborato il sistema FACS, che codifica le espressioni facciali sulla base di nove criteri.
Secondo Tomkins, le emozioni primarie sono 8: rabbia, paura, tristezza, gioia, sorpresa ,disgusto, vergogna ed interesse.
Secondo Plutchin, le emozioni primarie sono sempre 8, ma diventano: rabbia, paura, tristezza, gioia, sorpresa, disgusto, accettazione ed anticipazione.
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