Riflessioni sulle prove per il TFA

Ho preso qualche giorno di riposo dallo studio, perché mi sento davvero molto stressata.

Voglio con tutta me stessa superare le prove per accedere al tirocinio e ce la sto mettendo tutta, ma sono arrivata al punto di sognare per tutta la notte di fare test e di non saper rispondere e di svegliarmi con l’ansia, per cui ho capito che era arrivato il momento di darmi un attimo di tregua.

Ciononostante, il mio pensiero costante sono le prove di ammissione e ho fatto alcune riflessioni in merito, che voglio condividere con voi.

Mi sono resa conto di aver concentrato la quasi totalità delle mie energie nella preparazione del test preselettivo.

Potrebbe sembrare una cosa del tutto ragionevole, dal momento che è il primo scoglio da superare, per accedere alla prova scritta.

Il problema é che si tratta, appunto, solo del primo scoglio.

Se qualcuno è andato a guardarsi le tracce degli anni precedenti, si sarà reso conto che non sono per nulla facili.

Molte Università, oltretutto, richiedono anche che siano svolte entro precisi parametri, indicando anche il numero delle righe, il che può rendere il compito ancora più complesso, perché ciò vuol dire avere le idee molto chiare su cosa scrivere ed una capacità di sintesi molto sviluppata.

Tra il test prelesettivo e la prova scritta non ci è dato sapere con anticipo quanto tempo intercorrerà, ma in base alle esperienze degli anni precedenti, in alcune Università, talvolta si tratta di pochi giorni che sicuramente non sono sufficienti a prepararsi.

Tocca, dunque, rimboccarsi le maniche ed associare allo studio per i test l’esercitazione nello svolgimento delle tracce. Non c’è altra scelta.

Il rischio è quello di superare il test e trovarsi a ridosso della prova scritta senza un’adeguata preparazione.

Il mio consiglio è questo: non sottovalutate la prova scritta e cominciate ad esercitarvi nello svolgimento delle tracce da subito.

La mia seconda riflessione riguarda proprio le tracce. Ho avuto modo di leggerne qualcuna in cui viene richiesto al candidato di elaborare un esempio di progettazione didattica per lo sviluppo di determinate competenze.

A me, che non ho mai insegnato a scuola, sono sembrate di una complessità mostruosa.

Per capirci qualcosa ho googlato “progetti laboratoriali scuola secondaria di secondo grado” e mi si è spalancato davanti un mondo nuovo.

Ne troverete tanti, pubblicati dalle scuole sui loro siti e, se come me provenite da realtà diverse, potrete vedere e capire come si struttura un progetto didattico.

Per oggi torno a cercare di rilassarmi un attimo, ammesso che io ci riesca, e da domani si riprende lo studio, alla luce di queste considerazioni che ho maturato, per cui mano alle tracce.

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