TFA, amarezza e delusione

Il 30 settembre ho sostenuto la prova preselettiva per il TFA a Roma, presso l’Università Unicamillus. 250 posti, per cui 500 persone da ammettere alla prova scritta, su un totale di 1519 candidati.

La gestione della prova è stata affidata ad una società esterna, la Selexi srl, come in molte altre Università.

L’attesa per i risultati è stata insolitamente lunga: ben 19 giorni rispetto agli altri Atenei, che hanno pubblicato le graduatorie dopo due, tre giorni al massimo. Ieri, finalmente, abbiamo scoperto il perché.

L’Unicamillus ha pubblicato la graduatoria con risultati sorprendenti: 599 candidati su 1517 hanno superato la prova con una votazione di 30/30. Ad essere ammessi alla prova scritta , quindi, solo candidati con il massimo dei voti. Il resto, tutti esclusi.

La stessa Unicamillus ha ammesso che i risultati sono “statisticamente anomali” ed ha presentato un esposto alle Autorità competenti, per accertare eventuali profili di illiceità. Intanto le prove vanno avanti. Un’amarissima delusione per me, che con il mio 27 ero sicura di avercela fatta. Sarebbe stato così in ogni facoltà d’Italia, a dire il vero, ad eccezione dell’Unicamillus.

“Anomalia statistica”, così l’hanno definita. Alla Suor Orsola Benincasa a Napoli, è stato somministrato un test molto simile al nostro, al triplo dei partecipanti e il voto più alto è stato 29. più che anomalo, sospetto.

Dopo sei mesi di studio, non superare la prova così, con 27/30 , è una delusione terribile e mi lascia un’amarezza insostenibile. Ho avuto un mese di settembre terribile, con mio figlio prima e mia madre poi in ospedale, barcamenandomi tra studio e mille impegni, ma pur ottenendo un risultato ottimo, non ho superato la prova, perché c’è qualcosa di obiettivamente strano.

Le autorità investite del caso riusciranno a far luce sulla faccenda? Lo spero, ma in fondo non ci credo. L’ Università non ha alcun interesse, del resto la retta è assicurata, sia che provenga dalle tasche di qualcuno che l’ha meritato, sia il contrario.

E allora? Cosa mi resta da fare, ora? Continuare a studiare per tentare di nuovo, l’anno prossimo? Mollare tutto e dimenticare i sacrifici fatti finora? Continuare a sperare che l’Unicamillus, preso atto delle anomalie, annulli la preselettiva, ammettendo tutti alla prova scritta? Sarebbe la cosa più giusta ed onesta da fare, dare l’opportunità a tutti di accedere alla selezione, date le circostanze.

Ma a quanto pare per onestà, trasparenza e correttezza non c’è posto in questa triste storia.

Un pensiero riguardo “TFA, amarezza e delusione

  1. Non credo che si possa fare, ma a prescindere c’è una grossa grossa delusione. Poi in Italia ci si permette di criticare chi lo fa all’ estero… Dove non è che ti regalano il corso semplicemente non ci sono queste preselettive pagliaccio.

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